A Foggia il 15 e 16 Maggio alle ore 20.30 si terrà un spettacolo di beneficenza presso presso il Conart Teatro del Villaggio artigiani in via di Tressanti, 13
Questa la descrizione dello spettacolo che si terrà
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L’aldilà e l’aldiqua, due mondi separati netti. Eppure nel tempo sono stati tanti i reciproci scambi di visite, e non solo di cortesia, ma per motivi di necessità, pratici e utilitaristici. Ulisse e poi Enea discendono agli inferi per conoscere il loro destino, e Dante cerca di Là il vero assoluto a cui il mondo di qua deve conformarsi.
Non sono mancati i contraccambi. Pescando a caso, il fantasma di Canterville è in soggiorno obbligato nell’aldiquà in attesa di chi lo riscatti alla pace eterna, e Liliom di Molnar è venuto a porre rimedio alle sue malefatte, mentre il fantasma di Marley, secondo Dickens, ha la missione di ammonire Scrooge sulle conseguenze della sua taccagneria. Il teatro scritto occidentale presenta al suo esordio, nei Persiani di Eschilo, l’evocazione dello spirito di Dario che annuncia prossime sventure.
Alcuni hanno tentato di più, veri e propri ritorni all’esistenza terrena: Euridice non vi riesce per poco, a causa di un dubbioso Orfeo; quello di Proserpina è un ritorno temporaneo, intermittente, stagionale; e Alcesti ritorna sì, ma dopo un’assenza troppo breve, perché potessero cambiare gli equilibri appena lasciati.
E proprio di questo si tratta. Nella relazione tra l’aldilà e l’aldiquà vanno considerati i nuovi rapporti di equilibrio che si riassettano tra coloro che sono ancora in vita: man mano l’assenza di chi è scomparso viene relegata nella sfera intima personale, mentre nella vita pratica quel vuoto viene colmato da nuove necessità, da nuovi bisogni. I mobili, la casa, l’auto dell’estinto prendono altre destinazioni, altri usi, altri destinatari. Cosa succederebbe se gli antichi proprietari tornassero a reclamarne l’antico possesso?
Ora tutti sappiamo che tra moglie e marito… Ma se a metterci il dito fosse una precedente presenza affettiva inopinatamente tornata dall’aldilà?
Lo spirito di Questi fantasmi di Eduardo, è benefico e addirittura munifico verso la coppia dei coniugi, ma a patto di non indagarvi troppo. Doña Flor, di Amado, tra i suoi due mariti − quello attuale devoto e misurato, e quello infedele ma passionale tornato dall’aldilà − si trova splendidamente bene.
E propriamente Allegro è lo Spirito di Coward, che inizia con un’incredula seduta spiritica per farsi commedia spiritosa, con un marito combattuto tra la moglie attuale e quella già trapassata e ora ritornata: prima rivali e poi alleate contro di lui.
Ma è uno scherzare con il fuoco, un fare le burle a una cosa seria e inaccettabile: la definitiva assenza di chi non c’è più.
Il tema non si affronta a cuor leggero e il riso trova un retrogusto amaro in bocca. L’aldilà si riaffaccia nell’aldiquà con allegria fino a quando lo spirito, con cui sembrava possibile poter ancora convivere, non diventa uno spettro, un incubo di cui disfarsi, inconciliabile con il mondo dei vivi.
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